Descrizione
Per alcuni anni, e fino allo smantellamento, Franca Figliolini ha operato come volontaria a piazzale Maslax, fianco a fianco con gli operatori del Centro Baobab. Da questa esperienza, da questa immersione nella parte dolente del mondo, nasce la presente raccolta che porta come titolo un verso di Pasolini. L’Autore della “Poesia in forma di rosa” e de “Le ceneri di Gramsci”, i cui testi vengono più volte citati, è chiamato in causa come interlocutore e, insieme, come modello e punto di riferimento per la tensione morale e per lo sguardo critico e profetico capace di cogliere, in tempi appena un po’ sospetti, i segnali dell’involuzione ideale e culturale in cui attualmente ci dibattiamo. Così, se alcune volte i versi di Pierpaolo vengono riportati a suggello o in esergo, nella poesia Cosa avresti detto Franca si rivolge direttamente al poeta di Casarsa, il quale non ha potuto conoscere i nuovi volti che popolano la città… sguardi antichi di inca / o re africani… / tutti inermi, tutti…, questi tratti somatici e questa nuova disperazione che complica la geografia umana di Roma e delle sue estreme periferie, assurte una volta ancora, l’una e le altre, a rappresentazione topografica dell’ingiusta dislocazione dei viventi nel mondo. La domanda, destinata per forza di cose a rimanere orfana di risposta, risuona tuttavia nelle coscienze di ciascuno come una richiesta di moralità e di indignazione capaci di tradursi, finalmente, in un operare giusto e fecondo.