Descrizione
Con un piccolo gioco di parole, si potrebbe affermare che “Romanzo di un’anamnesi” è un testo che trova la sua caratteristica principale nell’essere “in bilico”. Non solo perché il racconto preciso e volutamente scarno di un corpo non conforme, di una difficoltà motoria vista dagli occhi di una bambina, ha come primo e più forte reagente l’equilibrio – quella capacità che è tra le prime a metterci in relazione col mondo, permettendoci di attraversarlo, e che nell’esperienza della protagonista di questo monologo si rovescia nella presa di coscienza di avere uno strumento diverso, imperfetto, rispetto ai propri compagni. Ma anche e soprattutto perché lo stile del racconto – un racconto teatrale, ben inteso, una presa di parola che presuppone un auditorio, dal palco come dalla pagina – è uno stile che oscilla, che ci porta avanti e indietro nel tempo senza soluzione di continuità, e che si affida a uno stile altrettanto in bilico, tra la scelta di una lingua scarna, che non indugia nella descrizione medica né in quella emotiva del disagio, ma la consegna all’ascolto e alla lettura con brevi decise pennellate (…) Dalla prefazione di Graziano Graziani.